LEISHMANIOSI ( parte prima )
La Leishmaniosi canina è una malattia causata da protozoi del genere Leishmania. E’ una patologia sistemica grave di difficile diagnosi in conseguenza alla variabilità delle presentazioni cliniche e alla difficoltà di guarigione. Ricordiamo inoltre che si tratta di una zoonosi per la quale il cane rappresenta il principale serbatoio del parassita.
La Leishmania completa il suo ciclo vitale in due fasi utilizzando due ospiti: dentro le cellule del sistema mononucleare fagocitario di un vertebrato (serbatoio di riserva) e nel tubo digerente di un insetto flebotomo ( vettore ).
La specie Lieshmania infantum è la responsabile dei casi di leishmania canina e della maggior parte dei casi di Leishmania viscerale e cutanea umani. Tutti i casi di Leishmaniosi umanae canina si trasmettono tramite la puntura di un flebotomo, principalmente dei generi Phlebotomus e Lutzomyia. E’ certo che esistono anche altri insetti vettori e che sono state descritte sporadiche trasmissioni dirette ( tramite secrezioni o siringhe infette, per via intrauterina, o per trasfusioni di sangue )però non si conosce ancora l’importanza di queste vie di trasmissione. Nel Mediterraneo il flebotomo resta comunque il principale vettore. Si tratta di un piccolo insetto di 2-3 millimetri di dimensione distribuito in tutto il continente. La sua attività è massima all’alba e al tramonto in particolare nel periodo estivo quando l femmine del parassita, le uniche a essere ematofaghe, vanno alla ricerca di cibo e pertanto succhiano il sangue ai vertebrati.
ASPETTI DIAGNOSTICI
Uno dei principali problemi della Leishmaniosi è la diagnosi: solo nei casi avanzati, con sintomi classici, ben descritti in letteratura, può risultare facile. In molti altri, in conseguenza della presenza di sintomi vaghi e simili ad altre malattie, di lesioni istopatologiche non patognomoniche e della mancanza di una tecnica diagnostica sensibili al 100%, il giungere ad una diagnosi certa comporta un’attenta valutazione e interpretazione dei dati disponibili. In questo momento vengono utilizzate di routine quattro prove per la diagnosi di leishmaniosi canina:
- metodo parassitologico ( ricerca del parassita )
- quadro proteico elettroforetico
- QPE ( ricerca della risposta del cane al parassita )
- metodo sierologico ( ricerca degli anticorpi anti-leishmania prodotti dal cane )
- metodo molecolare ( amplificazione del DNA del parassita )
DIAGNOSI CLINICA
Una delle caratteristiche più importanti della leishmaniosi canina è il suo straordinario polimorfismo sintomatico. La Leishmaniosi canina è una malattia sistemica o viscerale, questo significa che può interessare numerosi sistemi o apparati e che nella pratica bisogna includerla nella maggior parte delle diagnosi differenziali. Non sembra che le caratteristiche proprie del cane ( età, razza, mantello, peso o attività ) possano influire sulla patogenesi ciò nonostante alcuni autori sostengono di aver rilevato una maggiore frequenza nei cani maschi. Può comparire a qualsiasi età, ma le caratteristiche del vettore ed il suo periodo di incubazione nel cane ( dai 3 mesi ai 7 anni ) fanno sì che il suo riscontro sia poco frequente negli animali con età inferiore ai 6 mesi.
I sintomi più frequenti sono:
- cutanei quali alopecia, ipercheratosi, pelo sottile e opaco, desquamazione, dermatite ulcerativa, nodulare, pustolosa o con noduli sulla mucosa ( 80 % )
- linfoadenopatia ( 70 % )
- sintomi generici tra i quali apatia, dimagrimento,atrofia muscolare ( 40 % )
- segni oculari ( blefarite, congiuntivite, cheratite secca, uveite, cellulite orbitaria ) che possono portare a glaucoma o alla panoftalmia e infine alla cecità.
- sintomi renali che si manifestano con glomerulonefriti ( 30-50 % )
- altri sintomi aspecifici tra cui zoppia, dolore, epatosplenomegalia, diarrea, epistassi, onicogrifosi, febbre, ittero, sincope e tosse.
Il periodo di sopravvivenza varia tra i 4 mesi ( nei cani con danno renale ) e i 12 mesi ( nei cani con malattia glomerulare ). E’ importante sottolineare che il 40% dei cani con leishmaniosi e malattia renale risponde al trattamento. La causa principale della sindrome renale è una glomerulonefrite membranosa secondaria alla formazione e deposizione di immunocomplessi circolanti sulla parete dei capillari glomerulari. E’ tuttavia possibile anche il riscontro di altri tipi di glomerulonefrite, di nefrite o di deposizione di sostanza amiloide. I sintomi gastroenterici classici sono la diarrea con o senza melena, entrambi secondari a colite o a problemi renali. L’epatite cronica si osserva occasionalmente. L’epistassi, presente nel 10% dei casi, è una delle manifestazioni più difficili da spiegare: nella sua eziologia rientrano la vasculite, la trombocitopenia, e le coagulopatie. Sono frequenti casi di coinfezione con Erlichia, Babesia, Hepatozoon, Sarcoptex e Demodex.